NOSTALGIA DEL CORPO. UPTER, ANTROPOLOGIA DELLA DANZA

Un viaggio tra il nostro sud e luoghi lontani come il nord est del Brasile, l’Amazzonia e l’Africa  per avvicinare  la ritualità della danza in posti così diversi , capirne  le affinità, le istanze e  i bisogni ai quali il movimento del corpo  dà delle risposte.  E’ questo il cuore  del corso di antropologia della danza , La nostalgia del corpo”, proposto presso l’Upter di Roma, nella sede di Via Quattro Novembre 157,articolato  in cinque lezioni  della durata di 2 h a partire da mercoledì 17 maggio dalle 17,00 alle 19,00.

 Il corso è  ideato e condotto, con   immagini e filmati ,  dalla  antropologa Patrizia Giancotti, carica di   una ultradecennale esperienza di ricerca  in Brasile, fotografa, scrittrice, giornalista con più di cento reportage pubblicati e cinquanta mostre fotografiche realizzate nel mondo,   autrice e conduttrice dei programmi "Wikiradio" e "Passioni" di Radio 3, e che ha presentato i temi centrali del corso in una lezione aperta lo scorso 10 maggio.

Il   viaggio proposto da Patrizia Giancotti nella danza rituale, tra immagini suggestive e racconti ,  ci porterà in Salento ad affrontare   il tema del Tarantismo e la danza e musica come autocura  con il caso della Tarantata Maria di    Nardò, narrata in uno storico filmato del 1959 di Diego Carpitella , ritrovato e restaurato da Federico De Melis, per capire  le logiche  “del    morso della taranta che  torna ogni anno: il ri-morso, come sottolinea De Martino, o  il ri-mosso, come  suggerisce Clara Gallini”. La laicità di questa espressione in libertà, il ruolo della musica e della danza ,  e il coinvolgimento della Chiesa  che ha trasformato il fenomeno in una richiesta di grazia al Santo.   Per passare poi al  mondo sacro delle donne  del Candomblé di Bahia, alla  danza delle sacerdotesse di Mami Wuata del Benin fino al volo sciamanico, riportando in vita l’esperienza negriera e  il senso religioso. “Un tuffo nella sacralità del corpo, di cui spesso ignoriamo le istanze, le capacità espressive e di autocura- come è stato   sottolineato.  “Sistemi diversi  nel mondo scelti e usati per rispondere  a problemi simili , scegliendo  le potenzialità del corpo per   cercare qualcosa ,  per sconfinare oltre il corpo stesso.  Dall’Africa all’Amazzonia al nostro sud, troviamo fenomeni dove il corpo in movimento raggiunge alla fine  una forma di trance. Un qualcosa che nasce  come fatto naturale dell’essere umano  e non  è tanto determinato dalla cultura ”.  Qualcosa che oggi da noi manca ,non c’è più ritualità, accompagnamento nei momenti di passaggio della nostra vita.

Ma perchè si parla di Nostalgia del corpo? Perchè nella vita corrente ci dimentichiamo spesso  della fisicità del corpo ma  nella danza si ritrova questa fisicità e qualcosa di più: una nuova unione con il divino, dal quale un giorno   ci separammo. “Quando uomini e dei furono separati, tutti erano tristi. Anche gli dei cominciarono a soffrire di nostalgia, avevano nostalgia della vita umana, del cibo, avevano nostalgia del corpo. Allora il dio supremo Olodumarè si impietosì e regalò agli uomini il tamburo perchè potessero danzare, mettendo il loro corpo a disposizione degli dei, ripristinando così l'unità perduta”.

FOTO DI PATRIZIA GIANCOTTI

Il corso della durata di dieci ore suddivise in cinque incontri, inizierà mercoledì 17  maggio con orario 17-19 sempre alla UPTER Via Quattro Novembre 157. Prenotazioni entro martedì  16 maggio.  Per info Tel. 066920431

www.upter.it

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