Il Fado, Portogallo, Patrimonio Immateriale dell'Unesco. In origine una danza

Il Fado, genere musicale popolare nato sulle strade di Lisbona negli anni ’20 dell’Ottocento, è entrato  a far parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO in seguito alla recente riunione a Bali  del Comitato intergovernativo per la Salvaguardia del patrimonio Immateriale. Questa nomina premia lo sforzo congiunto di tutte le istituzioni portoghesi, con archivi e musei che hanno permesso la conservazione della storia del Fado negli ultimi due secoli.

La candidatura è stata supportata da tutti i centri culturali di tradizione "fadista" e dalle associazioni professionali che rappresentano i musicisti, gli autori e gli editori relativi al Fado, oltre che da decine di singole figure chiave. Notevole anche l’impegno dei ricercatori dentro e fuori le università, che si sono occupati di compilare le registrazioni storiche, preparare le ristampe, organizzare antologie di brani, testi e iconografie. Ci sono due generi diversi, il Fado di Lisbona, più conosciuto, e il Fado di Coimbra, nella regione centro Portogallo, più particolare  e cantato da uomini.
Il Fado è strettamente  legato alla storia della cultura portoghese e va ricordato che ai suoi inizi era una danza, il cui ritmo sembra sia  giunto  a Lisbona dal Brasile ai primi dell'ottocento  nei locali malfamati  per passare  nei salotti borghesi agli inizi del novecento. Celebre rappresentante del Fado è stata  Amalia Rodriguez ,e sua  attuale erede è  Ana Moura, recentemente in tour in Italia.

Il Comitato di Bali,  nella stessa riunione, ha decretato l’ingresso di cinque nuovi elementi nella lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità: il rituale della coltivazione del riso Mibu no Hana Taue e la danza sacra Sada Shin Noh (Giappone), le pratiche culturali e le espressioni legate allo strumento del Balafon (Mali e Burkina Faso), la musica  dei Mariachi, Messico.

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