La Scala, la stagione del Balletto riprende il 22 settembre con il Trittico Lander, Kylian, Bejart

Con l’ultima recita del Lago dei cigni di Rudolf Nureyev di venerdi 18 luglio si sono concluse o le attività del Balletto scaligero, con il tutto esaurito su ogni recita, e con tre cast nei ruoli principali.  Dopo la pausa estiva, l’impegno degli artisti del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala si concentrerà sul prossimo appuntamento in scena, dal 22 settembre al 3 ottobre, con il Trittico Lander / Kylián / Béjart, con capolavori, di diverse epoche del Novecento, simbolo della originalità stilistica e creativa dei loro autori: Études di Harald Lander, che torna alla Scala a 24 anni dall’ultima messa in scena, Petite Mort di Jiří Kylián e Boléro di Maurice Béjart . L'11 settembre, ore 18,00, appuntamento con  Prima delle Prime con  Antonella Poli.

Tre capolavori, di diverse epoche del Novecento, in omaggio all’arte della danza e ai danzatori, che sublimano il loro impegno quotidiano nelle emozioni dei balletti che riportano in vita, entrando nel linguaggio e nella creatività dei grandi Maestri e nella loro originalità stilistica. Simbolo ne è Études di Harald Lander, che torna alla Scala dopo oltre vent’anni, raffinata rappresentazione del lavoro dei danzatori dai difficili anni di formazione verso la perfetta fusione di arte e tecnica. Quella che viene esaltata anche nel gioiello coreografico di Jiří Kylián Petite Mort, su due tra i concerti più belli e famosi di Mozart, e nella potente sensualità e trascinante intensità del balletto-icona di Béjart sul Boléro di Ravel, che ritrova sul mitico tavolo rotondo per alcune recite l’étoile Roberto Bolle.

L'11 settembre è previsto l'appuntamento con Prima delle Prime  (ingresso libero fino a esaurimento posti)  con Antonella Poli , critico di danza e scrittrice,  che entrerà  nello specifico dei tre lavori seguendo il loro percorso, che dal virtuosismo classico porta verso una sensualità tutta contemporanea. Études “un balletto sul balletto”, ode alla danza, creato da Harald Lander nel 1948, onora la tecnica classica e il lavoro necessario per raggiungere la perfezione, ma mostra anche come questa non sia sufficiente, perché l’arte della danza deve unire anima e tecnica. Tra i lavori più emblematici di Jiří Kylián, Petite Mort (1991); qui vita e morte, sensualità e erotismo restano indissociabili, con una genialità creativa che fa apparire i danzatori come creature spirituali animate dalla delicatezza della loro gestualità. Dal 1961 Boléro di Maurice Béjart resta una delle opere che hanno marcato il ventesimo secolo per il suo carattere che coniuga le dimensioni sacre, mitiche e sensuali, che esalta in maniera diretta attraverso una coreografia che valorizza la ripetizione in crescendo del ritmo, nell’originalità della costruzione in quattro tempi sulla musica basata su un ritmo ternario; intensa sinergia tra gesti, musica, immagini e simboli che rappresentano il nucleo dell’opera, riconducendo lo spettatore all’interazione tra ritmo e mito attraverso il “cerchio magico” che la tavola del Boléro rappresenta. 


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