Cip Alessandrino, il ballo sardo con i Sonadores

Il Cip Alessandrino  di Roma , centro   molto attivo  nella ricerca e diffusione della danza popolare  attraverso corsi, eventi e laboratori, propone  nella propria sede per il 14 aprile, dalle 17 alle 20,00, un incontro con il gruppo folkloristico sardo  i Sonadores, proveniente da Oristano.  Il programma si articola  in uno stage di danza con Paolo Masala, cena popolare su prenotazione e alle 22,30, con ingresso a sottoscrizione a 5 euro, il concerto del gruppo composto da Vanni Masala: organetto e percussioni; Andrea Pisu: launeddas, Tin whistle e bena elettronica;Paolo Masala: trunfas. Vanni Masala  si è esibito nelle tante piazze della Sardegna   esportando con grande successo la musica del suo organetto in tutto il modo (in Francia, Inghilterra, Romania, Spagna, Germania, Svizzera, Messico, Baharain, Russia, etc).  Legatissimo al valore della musica   in una intervista disse:   “ Penso che la musica sia la vita stessa, un continuo susseguirsi di esperienze e di note come fossero eventi cronologici". PaoloMasala   è stato  scelto a 16 anni , come ballerino in una rappresentanza che ha diffuso   a New York   il folklore e  ha promosso promuovere il turismo sardo. Da sempre    ha sempre portato alto  il nome della Sardegna in diversi Festival Internazionali di tutto il mondo. Insegnante e animatore indiscusso del “ballo sardo in piazza” ha ricevuto nell’estate del 2010 il prestigioso “premio Maria Carta” per la grande capacità di divulgare la tradizione sarda tra i bambini. Andrea Pisu partecipa da anni ad importanti eventi musicali in tutto il mondo. Ha all'attivo tre lavori discografici “Passu e tresi”, “Oltre il confine” e “Sonadores in Ramadura” con Vanni e Paolo Masala. Dotato di una straordinaria musicalità è capace di inserire le launeddas nei più svariati generi musicali. Oggi è considerato il pioniere delle launeddas elettroniche.

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Tra le danze thailandesi per assaporare quella grazia tipica dell’Oriente..

Movimenti delicati ed eleganti, costumi femminili curatissimi in ogni particolare, qualche volta maschere e…un sorriso appena abbozzato ma continuo.  Sono i tratti più tipici delle danze thailandesi, che ben rappresentano lo spirito di questo Paese definito da qualcuno “il più occidentale dell’Oriente”

di Livia Rocco

Grazia e bellezza in tutto, anche nella danza: è la Thailandia, il Paese del sorriso e della gentilezza. Per i turisti, sempre accolti con tutti gli onori, non è difficile avere una piccola idea delle antiche tradizioni locali…A Bangkok, ma anche in molte altre splendide località, come ad esempio le isole Koh Samui o Phuket, molti ristoranti propongono,  insieme alle specialità gastronomiche, esibizioni o spettacoli di danze accompagnate da musica classica thailandese: un modo di intrattenere gli ospiti che ha radici antiche nella tradizione locale, anche se una volta la danza thai veniva eseguita soltanto alla corte reale ed esclusivamente da donne. I movimenti delicati della danza sono impreziositi dai tradizionali costumi ricamati. Le movenze sono elaborate e piuttosto lente, un po’ ipnotiche, ma con ritmi vivaci e suoni di vari strumenti orientali. In queste occasioni il pubblico può vedere diversi tipi di danza, ognuno con i suoi particolari passi e  tempi.

Diversi stili accomunati dalla grazia

La danza thailandese è molto espressiva, ma  si differenzia da regione a regione, in base alla cultura e all’ambiente. Al nord è caratterizzata da movimenti eleganti e aggraziati mentre al sud e nel nord-est è più vivace e movimentata. Le danze vengono eseguite quasi esclusivamente da giovani donne dal viso perennemente impostato al sorriso che effettuano gesti e movimenti  aggraziati e mimano o interpretano ogni singolo evento della storia messa in scena. I balletti, infatti,  hanno sempre una trama che narra vicende dove il bene alla fine vince sulla cupa potenza del male. Come nella vicina India, anche in Thailandia si danza a piedi nudi appoggiando al suolo tutta la pianta del piede. I costumi indossati dalle danzatrici sono sempre di grande bellezza e riccamente adornati, mentre l’acconciatura può essere impreziosita da fiori di orchidea.

Da una conoscenza un po’ più approfondita della danza thailandese emerge il forte legame con il teatro, quasi come se danzatori e attori fossero la stessa cosa. Il Lakhon, parola che significa semplicemente “storia o trama”, è la forma basilare della danza classica thailandese. E’ una danza drammatica che attinge ai temi del Ramakien, la storia di Rama, conosciuta in India come Ramayana, e del Principe Panji della tradizione Giavanese. La forma più classica del genere è il Lakhon Nai, cioè “teatro interno”, che veniva rappresentato da attrici di corte dentro al Palazzo Reale. Più popolare è invece il Lakhon Nok, cioè “teatro esterno”, rappresentato da attori ed attrici e spesso associato a celebrazioni religiose. I costumi indossati si ispirano in gran parte ai vestiti di corte durante il periodo di Ayutthaya. Gli attori che rappresentano personaggi reali indossano alti cappelli dorati a forma di stupa (monumento buddhista).

Il Likay, invece, è l’attrattiva principale di quasi tutte le feste di provincia, e occupa un posto analogo a quello della musica folk nei paesi occidentali. Potrebbe essere descritto come una forma burlesca della danza classica, con attori che in parte improvvisano sulla base di un canovaccio. Il Likay mette spesso in scena storie di intrighi amorosi.

Il Khon – che non è mai stata una forma d’arte destinata alle masse - è un vero e proprio dramma danzato con uso di maschere, che risale al XV secolo. Si pensa abbia avuto origine dal Nang Yai, il teatro delle ombre, con la sostituzione delle marionette con attori. Infatti, fino a qualche anno fa, la scenografia tradizionale aveva uno schermo bianco come fondo-scena. Originariamente tutti gli attori del Khon portavano maschere e l'impossibilità ad emettere qualsiasi suono ha reso necessaria la presenza nell´orchestra di "recitatori-cantori" (il khon-pak). Più tardi, gli attori che interpretavano esseri umani e dèi sostituirono alle maschere l´uso di particolari copricapi appuntiti. Ma nonostante questo solo ai clowns è consentito usare la voce. I movimenti degli attori devono essere perfettamente sincronizzati alla recitazione del testo. Il libretto del Khon è quasi invariabilmente il Ramakien, la versione thailandese dell´epica indiana Ramayana, integrate con le scritture buddhiste e con l´epica giavanese Srivijaya, elaborata dal re Rama. Questo dramma è accompagnato dalla musica sia vocale che strumentale.

L´orchestra piphat è formata da: pi-nai (oboe), kong wong (piccoli gong), raned-ek (xilofono), tapone e klong tad (due strumenti a percussione) e ching (piccoli cembali).
Dei sette toni della scala thailandese, solo cinque sono maggiormente usati e questo avvicina la musica dell’orchestra thailandese alla musica pentatonica cinese. I praticanti sono quasi tutti giovanissimi, perche' dopo una certa eta' e' difficile abituare il corpo alle contorsioni in base alle quali un danzatore viene giudicato; le dita, ad esempio, devono piegarsi all'indietro fino a toccare il polso. In una danza khon, le maschere, il trucco pesante e gli elaboratissimi costumi ricoperti di gemme relegano in secondo piano la personalita' dei danzatori, ogni gesto e' altamente stilizzato e immediatamente riconoscibile da un esperto, e una danza puo' durare anche otto ore.


Festival ed eventi

Per chi va in Thailandia è imperdibile una visita a Bangkok, con  i  suoi spettacolari templi buddhisti, il grandioso Palazzo Reale ricco di  pagode e preziose sculture, i suoi mercati sempre aperti. E  proprio la  capitale ospita il  Festival della danza e della musica, che si svolge di solito tra settembre e ottobre. La manifestazione è nata dall’idea di organizzare ogni anno un evento culturale internazionale a Bangkok, che potesse competere con gli eventi dedicati alle arti dello spettacolo in tutto il mondo, sviluppando nello stesso tempo la musica e il ballo thailandese. Il Festival è pian piano cresciuto sia come dimensioni che come notorietà e – oltre a fedeli sostenitori nella capitale e in altre città della Thailandia – gode di un forte sostegno in tutta l’Asia e anche in Europa, attirando ogni anno oltre 3 mila visitatori stranieri.

Per chi vuole vedere le danze a teatro, c’è il  Sala Chalermkrung Royal Theatre di Bangkok, che propone tra l’altro danza classica thai in maschera (danza Khon).  Al Rose Garden (sempre nella capitale) si svolgono invece rappresentazioni culturali che includono danze e balli tradizionali. In tutta la Thailandia – lo ribadiamo -  sono diffuse le esperienze che associano cena e spettacolo di danze, per esempio nei suggestivi ristoranti all’aperto dell’isola Koh Samui, mentre a Bangkok ci sono, tra gli altri, il Sawasdee e il Silom Village.

Ma la Thailandia – un paese decisamente al passo con  i tempi -  dà spazio anche alle tendenze più alla moda, soprattutto nella città costiera di Pattaya, una delle località turistiche più visitate del mondo. Qui si è svolto il Zoom Festival 2012, il più grande evento nazionale di musica e danza elettronica, con protagonisti stili musicali come Hip Hop, R&B, House,  Dub Step, e  la partecipazione di oltre 50 Dj.

Info:www.turismothailandese.it

http://www.thaiwaysmagazine.com

http: //www.bangkokfestivals.com

www.zoom-festival.com

Teatro Olimpico, a Roma il Festival Internazionale di Danza

Il Festival internazionale di danza del Teatro Olimpico (6 marzo-22 aprile) si è aperto con un artista originale e carismatico che si esibisce per la prima volta in Italia: Miguel Angel Berna, ballerino di Jota (antica danza folklorica spagnola) e virtuoso delle nacchere. Berna e la sua compagnia saranno in scena dal 6 all’11 marzo con lo spettacolo ‘Mudéjar…bailando mi tierra!’

La seconda edizione della rassegna organizzata dall’Accademia Filarmonica Romana propone poi altre tre compagnie altrettanto straordinarie. Dopo la Spagna l’Argentina, con lo spettacolo di danza-teatro Evita, al suo debutto in Italia, presentato dalla Fundacion Julio Bocca con l’interpretazione dell’etoile Eleonora Cassano (13-18 marzo). Seguirà, dal 21 al 25 marzo, ‘Nuove stelle’, che ospita i migliori talenti della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. Il festival si chiude con ‘Paradiso’ (11-21 aprile), l’ultima parte della Trilogia sulla Divina Commedia di Emiliano Pellissari.

Info: www.teatroolimpico.it

Roma, Accademia Nazionaledi Danza, arriva il tip tap

Presso l'Accademia nazionale di Danza di Roma, diretta da Margherita Parrilla, continua  il Festival “Danza con me”,VI edizione, un viaggio tra gli stili della danza. Dopo l'apertura con il Pas de Deux del maestro Vladimir Derevianko, è la volta,il 10 marzo, alle ore 18,00 del Tip Tap -Modernpresso il tatro Ruskaja dell'Accademia.
Protagonista di questo appuntamento   il maestro Luigi Grosso con il tip tap e le sue contaminazioni modern jazz.
La performance sarà impreziosita dal contributo degli allievi del VI, VII, VII corso dell’AND che mostreranno il lavoro

svolto insieme con il maestro Grosso e la sua assistente Livia Bettinelli, allieva del II biennio contemporaneo.
Ballerino e coreografo, Grosso è insegnante presso la scuola di spettacolo Ials di Roma e direttore artistico dello stage

dell’International Dance Theatre & Musical Festival. Ex allievo della Scuola del Teatro dell’Opera di Roma, nel corso

della sua carriera ha approfondito molti generi su base jazz (contemporaneo, afro, latino-americano, carattere) con

eccellenti maestri come Jan Cebron e Bob Curtis.
Tra le varie specializzazioni, Grosso si è perfezionato proprio in tip tap. Considerato uno dei generi più amati dal

pubblico, il tip tap trae origine in America dai bassi ceti, sviluppandosi attraverso le “sfide” di ballo agli angoli delle

strade fra immigrati irlandesi e africani. Con le successive modifiche e la creazione di nuovi passi, ai primi del

Novecento, diventò un vero e proprio stile grazie alle performance nei teatri di Broadway e ai memorabili balletti dei

divi di Hollywood, Fred Astaire e Jean Kelly. 

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

Info:Accademia Nazionale di Danza tel 06 5717621

Roma, Accademia Nazionaledi Danza, arriva il tip tap

Presso l'Accademia nazionale di Danza di Roma, diretta da Margherita Parrilla, continua  il Festival “Danza con me”, VI edizione, un viaggio tra gli stili della danza. Dopo l'apertura con il Pas de Deux del maestro Vladimir Derevianko, è la volta,il 10 marzo, alle ore 18,00 del Tip Tap -Modern presso il Teatro Ruskaja dell'Accademia.
Protagonista di questo appuntamento  il maestro Luigi Grosso con il tip tap e le sue contaminazioni modern jazz. La performance sarà impreziosita dal contributo degli allievi del VI, VII, VII corso dell’AND che mostreranno il lavoro
svolto insieme con il maestro Grosso e la sua assistente Livia Bettinelli, allieva del II biennio contemporaneo. Ballerino e coreografo, Grosso è insegnante presso la scuola di spettacolo Ials di Roma e direttore artistico dello stage dell’International Dance Theatre & Musical Festival. Ex allievo della Scuola del Teatro dell’Opera di Roma, nel corso della sua carriera ha approfondito molti generi su base jazz (contemporaneo, afro, latino-americano, carattere) con eccellenti maestri come Jan Cebron e Bob Curtis.
Tra le varie specializzazioni, Grosso si è perfezionato proprio in tip tap. Considerato uno dei generi più amati dal pubblico, il tip tap trae origine in America dai bassi ceti, sviluppandosi attraverso le “sfide” di ballo agli angoli delle strade fra immigrati irlandesi e africani. Con le successive modifiche e la creazione di nuovi passi, ai primi del Novecento, diventò un vero e proprio stile grazie alle performance nei teatri di Broadway e ai memorabili balletti dei
divi di Hollywood, Fred Astaire e Jean Kelly. 

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

Info: Accademia Nazionale di Danza tel 06 5717621

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